sabato 16 marzo 2013

Un week end con i vice: Feletto, Bocchetta di Sant Antonio:

Andrea e Roberto

Andrea e Vincenzo (durante lavori di stretching!)
Andrea allo scollinamento
In attesa che un clima più mite favorisca il rientro del Presidente, i suoi Vice si accollano l'onere di guidare la sparuta pattuglia degli audaci ciclisti warmiani.

1a parte.
Sabato 16 marzo ore 9.30, piazza Libertà, Feletto Umberto (Ud).
Accumulando un ritardo di 34' ca. alla partenza Andrea scendeva pigramente dall'automobile condotta dal suo autista personale (alias Petula). Ad attenderlo fin dal primo mattino sostavano ormai assopiti Roberto e Vincenzo. Congedata la conducente, Andrea concordò con il Broi il tragitto da compiersi (Canebola, Montaperta, Chialminis, Tarcento) e quindi i tre si diressero in direzione Faedis per affrontare il versante della salita che li avrebbe portati alla Bocchetta de Sant'Antonio in prossimità del centro abitato di Canebola. Dopo una quindicina di km, percorsi a discreta andatura con frequenti scatti e rilanci proposti dal solito Andrea, i ciclisti si trovarono alle pendici dei monti Spick e Joanas e iniziarono, come da programma, la prima delle ascese previste. Mano alla leva del cambio si innestavano da subito rapporti più agili. Improvvisamente Roberto cominciò ad imprecare in quanto la catena continuava a scendere oltre la corona inferiore fino a toccare direttamente il telaio, lo stesso Andrea non riusciva a comprendere il problema. Solo una mezz'oretta più tardi, quando la catena non riusciva a inserirsi anche nella corona superiore, il Vicepresidente comprese che il deragliatore era troppo basso. Con Vincenzo sempre a dettare il ritmo dell'ascesa i tre affrontarono comunque la prima parte del percorso, spesso imbattendosi in altri ciclisti che, stranamente, riconoscevano e salutavano l'ormai abituale sagoma del medesimo. Tra questi incontri va ricordata la figura del mitico scalatore Beppino, noto ai più come "l'hombre del Crostis", che scambiò un fraterno abbraccio con l'amico Broi. Nonostante negli ultimi km la salita si presentò più impegnativa, comunque i tre raggiunsero la Bocchetta di Sant'Antonio senza particolari affanni. Fu a tal punto che Vincenzo, sotto gli sguardi increduli degli altri due compagni, si prostrò in direzione della Mecca e piegatosi a novanta gradi sul telaio della sua Scott prese a pronunciare frasi senza un senso compiuto. Espletati i suoi riti, Broi convinse tutti a intraprendere la discesa dal versante occidentale puntando direttamente su Attimis: e così incautamente fu fatto. In un clima da tenda rossa, con temperature che sfioravano lo zero termico, con neve e ghiaccio sulla già perigliosa sede stradale, i tre, Andrea in testa, si gettarono a capofitto nell'impervia discesa. Come al solito il più prudente fu Roberto, che più lento e più pesantemente abbigliato degli altri, non risentii più di tanto delle avverse condizioni climatiche. Diversa sorte ebbero gli altri due incauti, in particolare Andrea privo persino di indispensabili guanti invernali, che si ritrovarono a fine discesa nel borgo di Attimis in preda a un principio di paralisi per congelamento. Resosi conto dello stato penoso dei due atleti, Roberto li condusse uno ad uno alla più vicina osteria dove i due si riebbero dopo un caffè nero bollente. A tal punto Andrea propose di abbandonare il programmato itinerario iniziale e rientrare a Feletto, la brillante iniziativa fu subito accolta con favore dal resto del gruppo e così, condotti da un redivivo Vicepresidente, per tutto il ritorno sempre in testa, ritornarono al luogo da cui erano partiti. Quivi attesero per la solita mezz'oretta l'autista di Andrea (alias Petula) e, una volta giunta, si scambiarono i saluti e ciascuno imboccò la propria strada.
rdp

1 commento: