Andrea e Roberto |
Andrea e Vincenzo (durante lavori di stretching!) |
Andrea allo scollinamento |
In
attesa che un clima più mite favorisca il rientro del Presidente, i
suoi Vice si accollano l'onere di guidare la sparuta pattuglia degli
audaci ciclisti warmiani.
1a
parte.
Sabato
16 marzo ore 9.30, piazza Libertà, Feletto Umberto (Ud).
Accumulando
un ritardo di 34' ca. alla partenza Andrea scendeva pigramente
dall'automobile condotta dal suo autista personale (alias
Petula). Ad attenderlo fin
dal primo mattino sostavano ormai assopiti Roberto e Vincenzo.
Congedata la conducente, Andrea concordò con il Broi il tragitto da
compiersi (Canebola, Montaperta, Chialminis, Tarcento) e quindi i tre
si diressero in direzione Faedis per affrontare il versante della
salita che li avrebbe portati alla Bocchetta de Sant'Antonio in
prossimità del centro abitato di Canebola. Dopo una quindicina di
km, percorsi a discreta andatura con frequenti scatti e rilanci
proposti dal solito Andrea, i ciclisti si trovarono alle pendici dei
monti Spick e Joanas e iniziarono, come da programma, la prima delle
ascese previste. Mano alla leva del cambio si innestavano da subito
rapporti più agili. Improvvisamente Roberto cominciò ad imprecare
in quanto la catena continuava a scendere oltre la corona inferiore
fino a toccare direttamente il telaio, lo stesso Andrea non riusciva
a comprendere il problema. Solo una mezz'oretta più tardi, quando
la catena non riusciva a inserirsi anche nella corona superiore, il
Vicepresidente comprese che il deragliatore era troppo basso. Con
Vincenzo sempre a dettare il ritmo dell'ascesa i tre affrontarono
comunque la prima parte del percorso, spesso imbattendosi in altri
ciclisti che, stranamente, riconoscevano e salutavano l'ormai
abituale sagoma del medesimo. Tra questi incontri va ricordata la
figura del mitico scalatore Beppino,
noto ai più come "l'hombre del Crostis",
che scambiò un fraterno abbraccio con l'amico Broi. Nonostante
negli ultimi km la salita si presentò più impegnativa, comunque i
tre raggiunsero la Bocchetta
di Sant'Antonio senza particolari affanni. Fu a tal punto che
Vincenzo, sotto gli sguardi increduli degli altri due compagni, si
prostrò in direzione della Mecca e piegatosi a novanta gradi sul
telaio della sua Scott prese a pronunciare frasi senza un senso
compiuto. Espletati i suoi riti, Broi convinse tutti a intraprendere
la discesa dal versante occidentale puntando direttamente su Attimis:
e così incautamente fu fatto. In un clima da tenda rossa, con
temperature che sfioravano lo zero termico, con neve e ghiaccio sulla
già perigliosa sede stradale, i tre, Andrea in testa, si gettarono a
capofitto nell'impervia discesa. Come al solito il più prudente fu
Roberto, che più lento e più pesantemente abbigliato degli altri,
non risentii più di tanto delle avverse condizioni climatiche.
Diversa sorte ebbero gli altri due incauti, in particolare Andrea
privo persino di indispensabili guanti invernali, che si ritrovarono
a fine discesa nel borgo di Attimis in preda a un principio di
paralisi per congelamento. Resosi conto dello stato penoso dei due
atleti, Roberto li condusse uno ad uno alla più vicina osteria dove
i due si riebbero dopo un caffè nero bollente. A tal punto Andrea
propose di abbandonare il programmato itinerario iniziale e rientrare
a Feletto, la brillante iniziativa fu subito accolta con favore dal
resto del gruppo e così, condotti da un redivivo Vicepresidente, per
tutto il ritorno sempre in testa, ritornarono al luogo da cui erano
partiti. Quivi attesero per la solita mezz'oretta l'autista di Andrea
(alias Petula) e,
una volta giunta, si scambiarono i saluti e ciascuno imboccò la
propria strada.
rdp
Come sempre ottimo scrittore. VB
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